Parametri non normati misurati

L’acido solfidrico (H2S) a temperatura ambiente è un gas incolore che emana un caratteristico odore di uova marce.  Sono stati settati numerosi valori definiti di soglia olfattiva: da 0,7 μg/m³ a 14 μg/m³, in corrispondenza di 7 μg/m³ la quasi totalità dei soggetti esposti distingue l’odore caratteristico.    
Per l’H2S, non abbiamo riferimenti del D.lgs. 155/10, tuttavia si segue la linea guida del WHO-IPCS detti riferimenti sono riportati nella tabella dei limiti. limitiamo ai calcoli standard: media annua, dati validi nell’anno e concentrazione media oraria. 
 
L’acido solfidrico in natura è prodotto da:
  • decomposizione batterica;
  • da masse organiche;
  • fenomeni vulcanici.
 
L’origine antropica è legata, come coprodotto o intermedio di reazione, dei processi petrolchimici, della carta e della concia delle pelli. 
 
Il decreto legislativo 155/2010, non stabilisce limiti per l’H2S, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propone dei valori guida, che sono in tabella riportati


Tabella 9 Valori di riferimento per il H2S
DenominazioneValore di riferimento
Periodo di mediazione
WHO-IPCS
150μg/m3
24 h
WHO-IPCS
100 μg/m31 giorno < Esposizione< 14 giorni
WHO-IPCS
20 µg/m314 giorni< Esposizione< 90 giorni

Idrocarburi non metanici (NMHC)

La corretta valutazione, il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno, rappresentano uno degli interessi ambientali più recenti.

Gli idrocarburi non metanici sono formati da un’ampia classe di composti, sia di origine antropica che naturale, essenzialmente ubiquitari nella troposfera, ossia nella porzione di atmosfera in cui viviamo. Una definizione universalmente condivisa di questa classe di composti non è purtroppo disponibile.

Prendendo come riferimento la Direttiva 2010/75/ UE1 e considerando quindi soltanto la componente gassosa, volatile, che possiamo trovare nell’atmosfera, possiamo asserire che gli idrocarburi non metanici (NMHC) sono  identificabili come:

tutti i composti organici, ossia contenenti carbonio legato essenzialmente a idrogeno, azoto, ossigeno o zolfo, contenenti fino a 12 atomi di carbonio, escluso il metano.

Partendo da questa definizione, è possibile intuire che le sostanze che possono appartenere alla classe degli NMHC sono numerosissime, dell’ordine delle diverse decine di migliaia. Ben si comprende quanto sia difficile indagare sulla presenza di tutte queste specie singolarmente, a meno che si intenda ricercare una singola molecola in particolare si procede accorpando questi composti in un’unica classe.

In un certo senso, possiamo definire come NMHC, l’insieme di tutte le molecole presenti nell’aria che respiriamo, seppur in minima parte, che possono essere ossidate quando vengano sottoposte a combustione in fiamma. Infatti, secondo le metodiche tecniche attualmente disponibili, per misurarne la concentrazione in aria di NMHC, si misura in pratica la quantità di molecole che possono bruciare ad un rilevatore a ionizzazione di fiamma (Flame Ionization Detector, FID).

Le sorgenti di NMHC possono essere le più disparate. La prima tipologia di fonte per importanza globale è dei processi della combustione, da sorgenti controllate, fisse (e.g. riscaldamento, industrie) e mobili (e.g. navi, autoveicoli, aerei), e a sorgenti incontrollate, come gli incendi. Tra le sorgenti industriali che possono produrre questi composti rientrano le attività del polo industriale petrolchimico e le attività di raffinazione del petrolio. In questo caso il contributo è legato alle operazioni di produzione, movimentazione e stoccaggio di idrocarburi da almeno 10 anni il polo industriale applica le BAT allo scopo di prevenire e ridurre questa tipologia di fenomeni; queste operazioni si trascinano ineluttabilmente una serie di perdite definibili come fuggitive o diffuse, che, seppur minime, avendo un’emissione localizzata in uno spazio limitato, possono avere una ricaduta locale nelle vicinanze dell’emissione.

D’altra parte, esistono “insospettabili” sorgenti di NMHC, come quelle generate da ormoni utilizzati da ani mali e vegetali per i quali le sostanze rilasciate per maturazione si disperdono nell’aria, o l’evaporazione dei residui di un’operazione che ormai è diventata quotidiana: la disinfezione delle mani con soluzioni alcoliche. Per NMHC non abbiamo riferimenti normativi, pertanto ci limitiamo ai calcoli standard: media annua, dati validi nell’anno e contrazione media oraria.

Tipica composizione espressa in percentuale media dei NMHC

Propanon-butanoEtanoIsobutanoCis-2butene
2,3-dimetilbutano
Etilene
n-pentano
Altri
17%16%16%14%8%7%6%5%10%

La normativa europea e quella nazionale non ne stabiliscono valori limite, soglie di allarme e/o valori obiettivo di qualità dell’aria. In mancanza di riferimenti normativi e linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute OMS-WHO è stato preso come riferimento il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 giugno 1983, abrogato dall’articolo 21 del decreto legislativo n. 155 del 2010, che prevedeva per gli idrocarburi non metanici un limite, pari a 200 μg/m3 come media di 3 ore consecutive in presenza di ozono con concentrazione >100µg/m3.

Tabella 10 Limiti e valori di riferimento per il NMHC
DenominazioneValore di riferimento
Periodo di mediazione
n.d200μg/m3
media su 3 ore e con presenza di concentrazione di O3 >100µg/m3.

Contatta il team CIPA

Hai domande o dubbi? Non esitare a contattarci! Siamo qui per aiutarti. Clicca sul pulsante “Contattaci” per inviarci un messaggio

Area riservata

L’area riservata è un’area del sito web o del software accessibile solo agli utenti autorizzati, tramite l’inserimento di un nome utente e una password. In quest’area gli utenti possono accedere a funzionalità e informazioni riservate